I ritrovamenti archeologici

Ultima modifica 25 novembre 2019

Navata della Chiesa Medievale

Nel 1982, in occasione dei lavori di ripristino del pavimento della Chiesa Matrice, a soli 50 cm. di profondità, venne ritrovato un piccolo affresco che modificò la meta dei lavori. Da un semplice restauro si passò alla scoperta di un'affascinante realtà: la chiesa medievale. Dai lavori di sterro emerse per primo quello che si sarebbe rivelato, poi, il catino absidale della monumentale chiesa medievale. L'antica chiesa mostra chiaramente la sua struttura: pianta longitudinale, con transetto non eccessivamente aggettante, divisa in tre navate. Quella centrale terminava con un'abside semicircolare ed era sormontata da cupole, mentre quelle laterali erano sormontate da volte a semibotte rampanti. L'impianto basilicale e le peculiarità dello schema stilistico-architettonico ricordano la chiesa di Ognissanti a Valenzano, il Duomo vecchio a Molfetta, ma soprattutto la cattedrale di Andria e quella di Otranto. Opere queste databili all'XI secolo, periodo nel quale va contestualizzata anche questa prima redazione della chiesa.

L'ipotesi di datazione alla metà dell'XI secolo della nostra chiesa è affrancata anche da un'iscrizione lapidea. La lapide ritrovata ha permesso di risalire a colui che ne volle l'edificazione.

Eccone la ricostruzione e la traduzione:

[ MAGISTER ] LEO DIALECTIEUS ATQUE SACERDOS
[ HANC] AD LAUDEM XPI GENETRICIS AMANDE
[D] EDI MAGNI PRECURSORIQUE IOHANNIS
[ BA] SII SACRI SIMUL ET CUM MATREQUE NATIS
[ S.S.] LEONUM CONFESSORUMQUE DUORUM

IO LEONE MAESTRO DI DIALETTICA E SACERDOTE
QUESTA CHIESA A LODE DELL'AMABILE GENITRICE DI CRISTO
DEDICAI E DEL GRANDE PRECURSORE GIOVANNI
ASSIEME CON LA MADRE FONDAMENTI SACRI PER I FIGLI
DEI DUE LEONI SANTI E CONFESSORI

Frammento di affresco

Il testo dell'iscrizione, fu dunque dettato da Leone, dialettico e sacerdote presumibilmente di Bari. 
Egli dedica la chiesa alla S. Vergine, amabile genitrice di Cristo e a San Giovanni il Precursore: Cristo e Giovanni che insieme alla Vergine costituiscono i fondamenti della pietà religiosa per i figli spirituali dei due Leone Santi e Confessori.

Il primo di questi è identificabile con Papa Leone I Magno il cui pontificato durò dal 440 al 461. Il culto di San Leone Magno fu da noi particolarmente sentito e praticato durante tutto il medioevo, come attestano le numerose chiese che gli furono dedicate.

Il secondo è riscontrabile nella figura di San Leonardo. Dagli atti notarili del passato, nonché dai libri parrocchiali dei nati e dei morti, si evince come fino al secolo scorso il nome maschile maggiormente usato è, appunto, quello di Leonardo. Il Santo fu, anche se per breve tempo, patrono di Triggiano.

Questa chiesa è stata funzionale fino al XVI secolo, poi riadattata in seguito dalle nuove esigenze liturgiche presentatesi dopo il concilio di Trento. Per altro il primo dato cronologico offertoci dalla nuova chiesa è la datazione della tela raffigurante l' "Ultima Cena" del 1573 di Gaspar Hovic.
Si può dedurre dai resti ritrovati che la chiesa fosse, in età medievale, interamente affrescata: molto interessante è il ritrovamento di strati sovrapposti cronologicamente e la scoperta di una sinopia in carboncino di incerta decodificazione.

Medaglietta devozionale in bronzo

Le condizioni degli affreschi non sono delle migliori: da notare è, ad esempio, un frammento, probabilmente parte di una "Madonna con Bambino". Il frammento restante mostra il volto del bambino con aureola nimbata, tratti di contorno molto pesanti ed evidenti a richiamare, sebbene in maniera modestissima, quella tradizione bizantina con spunti goticheggianti tutta napoletana.

Il restauro del 1982, effettuato dalla Soprintendenza Archeologica Regionale, hanno riportato alla luce anche i sepolcreti medievali concessi in uso alle confraternite. Le tombe e le camere sepolcrali conservavano il loro corredo funerario, costituito da utensili in bronzo o in ferro di uso personale o liturgico e poi svariati reperti ceramici. Le ceramiche sono databili intorno al XVI-XVII secolo e sono riconducibili a varie classi: esemplari in protomaiolica, invetriata, dipinta o a decorazione graffitici. La varietà delle classi ceramiche presenti è da mettere in relazione all'attività delle fabbriche pugliesi di età normanno-sveva e ai frequenti contatti commerciali e culturali con l'area orientale del Mediterraneo, la Terrasanta e l'Africa Settentrionale che andava avanti ormai dal XII secolo.

Bibliografia:
L'Antica Maggior Chiesa di Triggiano, Centro Studi Santa Maria Veterana, Bari 1987
Complesso Monumentale "Santa Maria Veterana" - Triggiano GUIDA STORICO ARTISTICA, P. Battista, 2002
Triggiano. Le pietre, la memoria, S. Di Marco, Bari 1995